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      La tubercolosi, quando abbia posto la sua sede in una parte, può rimanervi localizzata per anni ed anni e poi guarire, oppure può condurre a morte per le profonde lesioni che vi produce.
      In altri casi, invece, si diffonde, e si diffonde specialmente per questo, che i suoi bacilli, penetrando nel lume dei vasi sanguigni o dei vasi linfatici, vi trovano una corrente che li porta in organi vicini o lontani, dove possono trovare terreno favorevole al loro ulteriore moltiplicarsi.
      Frequentissimo è il trasporto per le vie linfatiche, e così alla tubercolosi polmonare troviamo seguire generalmente quella delle ghiandole linfatiche bronchiali, e alla tubercolosi dell'intestino quella delle ghiandole mesenteriche, cioè quella tabe mesenterica, che fa tante vittime nei fanciulli.
      Non raro è il diffondersi della tubercolosi dai polmoni alla membrana che li avvolge (pleura), e da questa alla membrana che avvolge il cuore (pericardio), o che avvolge gli organi del ventre (peritoneo), dando origine a quelle forme assai gravi che sono la pleurite, la pericardite, la peritonite tubercolari.
      Altre volte è la tubercolosi di un osso che si diffonde alle ossa vicine, alle articolazioni, alle corrispondenti ghiandole linfatiche; oppure la tubercolosi del rene, che invade le vie orinarie; oppure la tubercolosi polmonare, che, per mezzo degli sputi espettorati e carichi di bacilli, si estende alla trachea ed alla laringe, o, per mezzo degli sputi inghiottiti, va a destare nuovi ed estesi focolai nell'intestino.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134