Ben diverso è il caso della bronchite. Al numero 67 dell'elenco nosologico sovra citato corrisponde l'espressione: bronchite acuta e cronica.
Ora, ammettendo pure che una parte delle morti, così classificate, siano state delle vere bronchiti od anche polmoniti acute, che nulla hanno a che fare colla tubercolosi, è certo che un'altra parte non piccola di esse (credo di non esagerare supponendo la metà) siano state invece delle vere tubercolosi, battezzate, per la ragione anzidetta, col nome di bronchiti croniche o lente.
Siccome nel 1896 il numero dei morti per bronchite fu di 72646, ecco adunque che avremmo più di 30 mila morti da aggiungere ai 59 mila riconosciuti ufficialmente come tubercolosi.
2.° Il riconoscere la natura tubercolare di molte malattie del cervello, del midollo spinale e delle loro membrane, degli organi dei sensi, delle membrane sierose, dell'intestino, dei reni, ecc., è spesso assai difficile o addirittura impossibile anche per chi esamina con diligenza grandissima il malato, e può e sa adoperare i mezzi più fini e gli strumenti più delicati per arrivare alla diagnosi della malattia.
Ora, pur troppo, nella grande maggioranza dei casi, il medico non si trova in queste favorevoli circostanze. Ve lo figurate voi un povero medico condotto, che deve lavorare di gambe tutto il giorno per visitare almeno i malati più gravi, o un medico d'ospedale che ogni mattina dispensa ricette a centinaia di malati, il quale abbia tempo e lena di consacrare delle ore a determinare se una data malattia dei reni o del cervello sia di natura tubercolare, oppur no?
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