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      Tuberc. polmonare 1022 977 1022 1024 1068
      La piccola diminuzione ottenuta venne data quasi per intero dalla tubercolosi intestinale e mesenterica, che è discesa gradatamente da 462 casi nel 1887, a 232 nel 1896; la forma più devastatrice, la tubercolosi polmonare, è rimasta stazionaria.
      Questo forma uno spiccato contrasto colle altre malattie contagiose, come la scarlattina, il vajuolo, la difterite, la febbre tifoidea, le quali, dall'applicazione della legge sanitaria del 1888 in poi, andarono progressivamente diminuendo.
      Il che dimostra che ben altri provvedimenti, ben altra energia, ben altra tenacia, si esige per combattere la tubercolosi. Ma troveremo noi forse in ciò una ragione per starcene colle mani in mano, e non, invece, un incentivo a raddoppiare gli sforzi?
      È egli concepibile, che una popolazione intelligente e svegliata quale abbiamo in Italia, s'acconci a questo triste stato di cose, e continui ad assistere inerte alle stragi di questo insaziabile flagello?
      Il quale, in Italia, e fuori d'Italia, uccide assai più di tutte le altre malattie contagiose messe insieme, e in un sol anno di andamento normale, fa più vittime che non la guerra più sanguinosa.
      Chi non ricorda le stragi del colera? Ebbene in quarant'anni (dal 1831 al 1870) in Prussia il colera non uccise che 343 mila persone, mentre nello stesso tempo la tubercolosi ne spense più di 3 milioni e mezzo. La gran guerra del 1870 costò alla Germania 43 mila vite, mentre, a dir poco, ogni anno la tubercolosi ne sacrifica un numero 4 volte più grande.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134

   





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