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      Conviene pertanto adottare delle precauzioni di difesa. Io non arriverei fino a far portare ai tisici quella specie di museruola che venne già adottata in qualche ospedale tedesco, ma credo utile d'insistere vivamente su due raccomandazioni, le quali, del resto, si trovano già da secoli nel galateo, e devono pertanto essere seguite, non soltanto dai malati, ma da tutti: la prima, di mettersi sempre la mano od il fazzoletto dinanzi alla bocca quando si tossisce; la seconda, di tenersi sempre ad una certa distanza da coloro a cui si parla. Ciò devono ricordare specialmente i miopi, che spesso, parlando, si protendono innanzi, quasi volessero succhiare il naso dell'interlocutore.
      Un'altra trasmissione diretta per mezzo della saliva può aversi coll'uso di cucchiai, forchette, bicchieri, ecc., usati da un tubercoloso, o poscia non lavati o lavati in modo insufficiente. Basta che io accenni a ciò, perchè si veda come riparare al pericolo. I sani non devono usare di quanto usa il malato, o, almeno, gli oggetti usati da questo devono tosto essere resi innocui, tenendoli immersi, per esempio, per alcuni minuti nell'acqua bollente.
      A questo proposito, conviene che accenni in ispecial modo al pericolo che corrono i bambini lattanti nutriti da persone tubercolose. In questi casi una facile trasmissione della malattia assai più che col latte può aver luogo colla saliva della nutrice, trasportata nella bocca del bimbo, sia per mezzo di baci, che si fanno quasi sempre sulle labbra, sia per la pessima abitudine, che esiste specialmente nel volgo, di somministrare al bambino il cucchiaio di pappa dopo averlo stretto fra le proprie labbra per accertarsi che la pappa non sia troppo calda.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134