È ben vero che fino a poco tempo fa, come già dissi, non si poteva raggiungere lo scopo, perchè, se era possibile di diagnosticare la malattia a stadio avanzato, non si avevano mezzi per riconoscerne i casi più leggieri. Ma oggidì le condizioni sono molto differenti, giacchè possediamo nella tubercolina un agente preziosissimo, che ci svela le alterazioni tubercolari anche nel loro inizio.
La tubercolina, preparata per la prima volta da Koch, non è che un estratto glicerico di bacilli tubercolari.
Ognuno ricorda le speranze che essa aveva destato per la guarigione della tubercolosi dell'uomo, e la profonda delusione che seguì alla sua introduzione nella pratica. Ma quanto essa fu impotente a curare la malattia, altrettanto riuscì utile nello svelarcene l'esistenza. Iniettata in determinata quantità e in determinate condizioni in un animale, dà luogo, se questo è tubercoloso, ad un aumento di temperatura, a un accesso febbrile (accompagnato sovente da perdita di appetito, diminuzione della produzione del latte, tremiti e diarrea) che si manifesta alcune ore dopo l'iniezione, e dura, il più delle volte, da dieci a dodici ore. Questa reazione manca, invece, quando l'animale è esente da tubercoli.
Praticando, dunque, le iniezioni di tubercolina in tutti gli animali di una stalla, si può riconoscere con sufficiente precisione quanti fra essi sieno affetti da tubercolosi.
Dico soltanto «con sufficiente precisione» perchè in un certo numero di casi (è forse molto il dire nel 4 per cento dei casi) si ottengono risultati inesatti; può darsi, cioè, che manchi la reazione in animali veramente tubercolosi; ma appunto il piccol numero di questi casi fa sì, che queste eccezioni perdano quasi ogni importanza nella pratica.
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Koch
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