Ma i sanatorii finora istituiti non sono, di fronte al numero dei malati adatti alla cura, che una goccia d'acqua nel mare.
Supponendo che dei 600 mila tisici poveri, che si calcolano esistere presentemente in Germania, 400 mila siano ancora in istato da dare speranza di miglioramento, e che la cura di un malato duri in media due mesi (ed è una media certamente troppo bassa), un letto di sanatorio potrebbe servire per sei cure all'anno; sicchè pei 400 mila malati occorrerebbero 670 sanatorii con una media di 100 letti ciascuno.
Supponendo poi, che il costo giornaliero di un malato sia di marchi 2,50 (il marco equivale a lire 1,25); e che un marco al giorno venga destinato a soccorrere la sua famiglia, si avrebbe pei 67 mila malati una spesa complessiva di 234500 marchi al giorno, ovvero di 85 milioni e mezzo di marchi all'anno.
È una spesa che andrebbe diminuendo a misura che, coll'applicazione sempre più diligente di provvedimenti contro il contagio, si accentuasse quella diminuzione nel numero dei tubercolosi, che in Germania è già cominciata da parecchi anni: ma sarà pur sempre una spesa rilevante, alla quale anche ad una nazione ricca non è facile di far fronte.
Le somme pei sanatorii fatti finora vennero fornite in parte dai Municipi, in parte da ricchi filantropi o da Società benefiche, formatesi in molte provincie o città dell'Impero, e indirizzate ed aiutate nei loro sforzi dal Comitato centrale sovraccennato, residente a Berlino. Una parte efficace nel movimento è rappresentata dall'Associazione della Croce Rossa, la quale, riconoscendo l'altissima utilità dell'impresa, deliberò d'impiegare in tempo di pace le sue baracche destinate al tempo di guerra, e per prova cominciò dal fondare il sanatorio di Grabowsee, destinandolo alla popolazione povera di Berlino.
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