Fatti diligentemente i loro calcoli, gli istituti per gl'invalidi e le Casse pei malati trovarono conveniente d'accordarsi per procurare ai loro associati la cura dei sanatorii; anzi, non solo si addossarono le spese di cura, ma assegnarono anche un sussidio giornaliero alla famiglia del malato, in modo che questi potesse attendere tranquillamente alla propria salute, senza il cruccio delle strettezze derivanti alla famiglia dalla sua invalidità.
L'Istituto anseatico per gl'invalidi, diretto da un uomo di cuore ed intelligentissimo, il Gebhard, fu il primo ad entrare in questa via vantaggiosa per l'Istituto, e così benefica per la popolazione operaia, e, incoraggiato dai risultati, ha costrutto un sanatorio proprio per continuarla indefinitamente.
Secondo la convenzione stretta colle diverse Casse pei malati della regione, l'Istituto provvede alle spese di cura dei tubercolosi, che costano da 2,50 a 3 marchi al giorno, ma le Casse vi contribuiscono nel modo seguente:
1) passano alle famiglie dei malati un sussidio che varia da 0,50 a 2 marchi al giorno a seconda del numero e dell'età dei figli;
2) dànno un contributo alle spese di cura, il quale varia per ogni malato in senso inverso all'entità del sussidio che passano alla sua famiglia; infatti è di marchi 1,50 pei malati celibi, o ammogliati con non più di un figlio d'età inferiore ai 15 anni, e di un marco per quelli che devono provvedere a due figli sotto ai 15 anni. Se la famiglia è in maggior bisogno, allora tutto il contributo delle Casse vien versato ad esse, e l'Istituto prende la cura del malato a totale suo carico.
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