Sul concorso del Governo in un'impresa sanitaria, l'esperienza c'insegna che c'è poco da contare. Il continuo cambiamento di ministeri produce discontinuità d'azione, frequente cambiamento d'indirizzo, inefficacia di risultato. Sarebbe già molto se il Governo, valendosi di quell'autorità morale che esercita pur sempre in Italia, s'adoperasse a destare il movimento dove non nasce spontaneo, a stabilire le norme regolanti i rapporti fra i diversi Enti che si associano per dar vita ai benefici Istituti, e a sorvegliare che il denaro venga speso bene e il funzionamento dei sanatorii sia tale da dare il massimo frutto.
In alcune città italiane si sono in questi ultimi tempi costituite delle società o dei comitati per promuovere la costruzione di sanatorii. C'è da far voti che riescano nella nobile impresa, e che il movimento si estenda in ogni regione d'Italia. Ne risentiranno beneficio i poveretti colpiti dalla malattia, ne risentirà beneficio l'economia nazionale, e, infine, ne risentirà beneficio lo stato sanitario della popolazione tutta, poichè i sanatorii rappresentano una parte tutt'altro che trascurabile nella prevenzione della tubercolosi. I malati che vi vengono ricoverati sono tanti focolai infettivi di meno per la popolazione da cui provengono, e quando ne escono, diventano preziosi cooperatori nel diffondere utili nozioni intorno alla natura della tubercolosi e ai modi di evitarla e di combatterla.
Un altro vantaggio indiretto i sanatorii procureranno in questo senso, che negli ospedali comuni da cui verranno tolti i tubercolosi curabili, resteranno liberi molti letti, che potranno assai più utilmente venir usati per infermi di malattie acute.
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