Per 100 malati, quindi, 150 metri di galleria. Solo così il medico può sorvegliare continuamente i pazienti affidati alle sue cure, ed assicurarsi che, invece di ricoverarsi nelle loro camere, dove non devono ritirarsi che per dormire, stanno continuamente all'aria aperta. In quei sanatorii dove la galleria ha un'ampiezza insufficiente al numero dei malati, la cura all'aria libera, almeno nell'inverno, per buona parte si ha soltanto sull'avviso-réclame dello stabilimento.
Vicino alla galleria si trovi un salotto, ove i malati possano leggere, scrivere o giocare nei ritagli di tempo lasciati liberi dai pasti, dalle passeggiate e dai riposi.
Comunicante coll'ampia e bene illuminata sala da pranzo vi sia un piccolo locale da credenza, che renda più spedito l'apparecchiar la tavola. Nella sala stessa, poi, non manchi una piccola stufa per riscaldare i piatti nell'inverno.
Allo scopo di togliere ai malati l'incomodo degli odori e dei rumori, la cucina verrà disposta verso nord, o, meglio, in un corpo di fabbrica staccato dallo stabilimento, ma comunicante con esso mediante un corridoio coperto, affinchè le vivande non si raffreddino durante il loro trasporto nella sala. Sieno spaziose e ben illuminate tanto la cucina, quanto la stanza dell'acquaio, con un pavimento impermeabile e facile a pulirsi. A questo scopo non è consigliabile il cemento, che si screpola e sembra sempre sudicio. Alla cucina sieno annessi un locale per le provvigioni, e una stanza poi pasti del personale di servizio.
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