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      Seguendo rigorosamente queste prescrizioni, la convivenza coi tisici si può considerare come non pericolosa.
      Inoltre, vi sono molti tubercolosi che conservano tutte le apparenze della salute, e non sospettano neppure d'essere malati; d'altra parte, collo sputo, oltre alla tubercolosi, si possono trasmettere altri contagi e alcune malattie dei bronchi e dei polmoni. Perciò nelle case e in tutti i luoghi chiusi che l'uomo frequenta o abita (come corridoi, scale, sale d'aspetto, scuole, collegi, uffici, caserme, opifici, chiese, teatri, ospedali, prigioni, vagoni ferroviari o di tram, camere di albergo, caffè, negozi e luoghi di riunione di qualunque genere, ecc.), devono essere disposte delle sputacchiere, e nessuno, malato o sano che sia, deve mai sputare fuori di esse. Il fare altrimenti vuol essere considerato da tutti come atto sconveniente e altamente biasimevole.
      Degli avvisi affissi nei locali pubblici devono ricordare a tutti questo obbligo.
      Fra le diverse specie di sputacchiere fisse si preferiscano quelle di vetro, di porcellana o di metallo smaltato. Quando sono in uso, vi si tenga un po' di acqua che ne copra il fondo, o meglio, una soluzione 5 per cento d'acido fenico, o 10 per cento di lisolo. Si svuotino spesso, e, versatone il contenuto nella latrina, si risciacquino accuratamente con acqua assai calda.
      Nella camera del malato si lascino entrare largamente l'aria e la luce, si tenga una pulizia scrupolosa, e per evitare che si sollevi la polvere, si usino stracci umidi per spolverare i mobili e pulire i pavimenti.


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Contro la tubercolosi
di Giulio Bizzozero
Treves Milano
1899 pagine 134