Quest'ultimo caso è di non poca importanza, perchè può essere larga fonte di frodi: i proprietarii iniettano i loro animali un po' prima di portarli al mercato, e in tal modo, venendo a mancare la reazione nella prova che si fa all'atto della vendita, passano per sani anche gli animali tubercolosi.
Devesi però notare, che non tutti gli animali che ebbero una prima iniezione di tubercolina non reagiscono più alla successiva; secondo l'esperienza del prof. Bang succederebbe soltanto nel 20 per cento degli animali. Tuttavia questa è una frazione abbastanza grande perchè si debba cercar modo d'evitare, o almeno di diminuire la possibilità della frode. A ciò intese p. es. il Consiglio Federale Svizzero, allorchè col suo decreto del 21 luglio 1896, oltre all'autorizzare il Dipartimento Federale dell'Agricoltura a distribuire gratuitamente la tubercolina ai Cantoni che ne avrebbero fatta domanda, prescrisse: 1.° che questa sostanza non possa essere consegnata se non ai veterinari patentati, i quali soli hanno il diritto di fare l'inoculazione, 2.° che i veterinari abbiano a presentare il 14 e l'ultimo di ogni mese un rapporto sulle inoculazioni fatte, 3.° che tutti gli animali che hanno presentato la reazione siano segnati all'orecchio destro, esportando un pezzo triangolare della sua punta.
(7) Riferisco come esempio di provvedimenti presi da altri Stati contro la vendita di latte tubercoloso un sunto del Règlement de police sanitaire relatif à l'exploitation des vacheries pubblicato dal Bureau de Salubrité del Cantone di Ginevra.
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