Ma come si spiega il non essersi diffusa l'infezione in alcuni casi di tubercolosi articolare che ebbero un lungo decorso e poterono, poi, passare a guarigione? Forse che qui la barriera è data dal tessuto di granulazione che agisce impedendo il propagarsi del materiale d'infezione, come impedisce l'assorbimento dei principii settici di un ascesso, o di un essudato decomposto?
Dalle ricerche di cui finora ho discorso si debbono trarre, però, risultati applicabili alla pratica. Specialmente dall'allearsi frequente della tubercolosi alla scrofola si trae la legittima conseguenza che il combattere la disposizione alla scrofola, e le manifestazioni più o meno gravi di quest'ultima, e l'allontanare, ove sia possibile, i prodotti morbosi che ne risultano, costituiscono una delle più importanti indicazioni profilattiche della tubercolosi. Io non sono ancora persuaso, come alcuni, che ogni focolaio caseoso sia punto di partenza dello sviluppo di tubercoli; conservo nella mia raccolta varii pezzi con focolai caseosi certamente di antica data (specialmente tumori) che non hanno dato origine a tubercoli. Tuttavia, molte delle osservazioni già registrate nella scienza permettono di tener dietro al progredire di questo maligno neoplasma da affezioni scrofolose periferiche, alle corrispondenti ghiandole linfatiche, e poscia agli organi interni. Ora, contro le affezioni scrofolose semplici, contro la tubercolosi delle parti esterne, la medicina possiede armi spesso potenti. Si può dire altrettanto contro la tubercolosi degli organi interni?
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