L'articolo che dettammo sulla Filosofia della guerra dello Chambray e quello sulla Biblioteca storica militare pubblicata dal Souvant e dal Leskine ci servirono a fermare lo stesso enunciato principio, cioč che stabilendo che la guerra come le scienze tutte aveva la sua parte filosofica, bisognava da un tal lato considerarla per iscovrire le sue intime relazioni con le scienze morali, e che perciň rivestiva lo stesso carattere di esse, cioč di essere per loro natura non esatte ma approssimative. E al proposito della scelta collezione storica indicata, cercammo dimostrare che la cognizione delle storie era necessaria agli uffiziali, perché in esse si osserva l'influenza della libera volontá dell'uomo sugli avvenimenti, e che quella dell'antichitá metteva in luce che nelle belliche scienze vi era una parte fissa indipendente dai tempi e dai luoghi.
Risoluta cosí la prima quistione con corrispondente sviluppo, consacrammo diversi articoli a mettere in luce la seconda.
Gli articoli sulla guerra di Spagna dal 1808 al 1814, sulle Memorie del maresciallo Saint-Cyr che trattavano delle campagne del Reno fino al trattato di Campoformio, e sulla corrispondenza del general Washington ci hanno offerti tre teatri diversi e tre guerre celebri, il cui risultamento č stato egualmente favorevole al popolo che si difendeva; perciň bisognava, per cosí dire, decomporre tutti gli elementi di difesa, calcolarne il valore, metterli in equazione con gli estranei ad essi, che erano antico retaggio o accidenti fortuiti i quali hanno facilitato il risultamento, e avendoli cosí ridotti, esaminare qual era stata la parte reale e positiva del successo, e se separato da elementi ad esso estranei e di altra natura, avrebbe l'istesso felice successo avuto la gente che si difendeva.
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