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      La guerra era piú di movimenti che di posizioni, ed erano piuttosto le marcie di eserciti poco numerosi e perciò piú mobili che decideano le battaglie, che la finezza de' movimenti sul campo e l'intelligente adoperare delle riserve. La cavalleria benché diminuita di fondo, non pertanto piú numerosa nelle sue proporzioni e situata alle ali dell'ordine di battaglia, piú che per la sua tattica influiva nelle battaglie pel suo numero e pel suo valore: essa sola compiva le vittorie e rendeva meno importanti le perdite coprendo la ritirata del vinto. L'artiglieria serviva di appoggio alla parte difensiva dell'esercito e rinforzava tutti gli accidenti di terreno che il richiedevano(20). I villaggi incominciavano ad essere considerati come punti di appoggio importanti, la qual cosa addimostra il progresso nell'uso della moschetteria e l'importanza che acquistavano gli accidenti di terreno. In prova di ciò possiamo citare le battaglie di Fribourg, Turckheim, Senef e Nordlingen. La disfatta delle vecchie bande spagnuole a Rocroy in séguito di quella toccata dagli svizzeri, che ne erano stati il modello, a Marignano, fu l'ultimo colpo portato all'ordine profondo della fanteria; cosí che poteasi ornai dire che tutte le belliche nazioni dell'Europa seguissero uno stesso metodo. Ma non cosí gli slavi ed i musulmani, nelle battaglie dei quali, come in quelle del Sobieski a Chotzim ed a Vienna, la cavalleria decideva ancora della lotta e la fanteria operava piú come ausiliaria che come arme principale.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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