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      La letteratura militare del periodo del quale parliamo è ricca d'autori che trattarono della guerra o parzialmente o in generale, e una tale ricchezza è indice del progresso delle scienze, come piú in lá andrem dimostrando. Il numero dei gran capitani fu forse inferiore a quello dei nostri ultimi tempi; nobile schiera alla cui testa fu l'uomo di genio che può riputarsi il protagonista dell'epoca ed il suo fedele rappresentante sotto tutti gli aspetti. Noi cercheremo di determinare tanto mercé del carattere che forma l'impronta delle militari produzioni, quanto mercé delle pratiche de' capitani di grido, il vero carattere della scienza militare nel secolo decimottavo. Ci restringeremo per altro a quegli autori ed a quei capitani dei quali sará necessario parlare a fine di giungere alla soluzione del nostro problema.
      Nel primo periodo del secolo, cioè innanzi la guerra dei sette anni, i principali autori sono questi: lo spagnuolo Santa Crux, il maresciallo di Sassonia ed il napoletano Palmieri.
      Il primo nella sua voluminosa opera descrive tutte le operazioni militari con una prolissitá che gli è stata rimproverata. D'altra parte non gli è stata negata molta giustezza d'idee e il suo libro era considerato come l'opera piú compiuta per la istruzione di un militare. Nella tattica non andò molto innanzi, e ciò provenne dall'epoca, non essendovi ancora il sistema prussiano.
      Il maresciallo di Sassonia non ha composto un trattato compiuto, ma ha esposto bensí le sue proprie impressioni. Il libro è ineguale.


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Della Scienza militare
di Luigi Blanch
Laterza Bari
1910 pagine 361

   





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