dal desiderio della propria conservazione e dalle piú legittime affezioni, sarebbe un'assurda atrocitá. E pure non č cosí. Della serie de' doveri l'ultima espressione č il martirio. Soggiungiamo per ispiegare piuttosto che per giustificare i mali ed i loro autori, che ordinariamente alle grandi crisi precedono delle epoche di calma, calma che ammollisce i caratteri e toglie all'intelletto i materiali dell'esperienza; per il che accade che gravi errori nascono per ignoranza e debolezza ed in tutte le classi della societá, cňlte all'improvviso, per cosí dire da avvenimenti che le schiacciano, sorpassando le loro forze morali e intellettuali: errori che di rado sono sterili e spesso producono movimenti grandi e rapidi. E gli errori diventano orrori in pratica, quando debbono essere subito applicati; veritá che non ha bisogno di dimostrazione pei nostri contemporanei.
La serie d'idee che esponemmo č quella appunto che costituisce il carattere del periodo, breve di tempo ma ricco di avvenimenti, che siamo per trattare in questo discorso, il quale comprenderá l'epoca racchiusa tra il 1789 e il 1815, cioč dalla riunione degli Stati generali fino alla pubblicazione dell'atto del congresso di Vienna. L'abbondanza della materia ci costringe a dividere questa epoca in due periodi, dei quali il primo andrá fino al trattato d'Amiens nel 1800 che pose fine alla prima guerra, e il secondo fino al congresso di Vienna che pose fine alla seconda. Sentiamo tutte le difficoltá cui andiamo incontro nel trattare questo periodo in ristretto, ma seguiremo lo stesso metodo adottato nei precedenti discorsi e ci faremo ad esporre lo stato dell'Europa nel 1789.
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