Ma nel secondo periodo, durante le guerre dell'impero, dopo i campi delle coste dell'Oceano, ove l'istruzione delle truppe fu spinta ad un alto grado, le battaglie ebbero un'altra fisonomia: le masse concentrate in terreni circoscritti compivano con movimenti tattici ciò che si era operato con movimenti strategici. In questo secondo periodo alle divisioni si dette un centro particolare d'unitá, formando dei corpi d'esercito di due o tre divisioni con la corrispondente cavalleria leggiera, artiglieria di divisione e di posizione, genio ed amministrazione militare. Cosí davasi a questi corpi tutti i mezzi di un esercito compiuto, e gli ordini per farli concorrere ad una grande operazione non erano men laconici di quelli che dannosi da un capo di battaglione ai capi di plotone. Una riserva di guardie e granatieri riuniti, ed una riserva egualmente di cavalleria pesante, mezzana e leggiera, ed una gran riunione di artiglieria concentrata nel medesimo scopo apprestava a chi tutto reggeva il mezzo di vedere con tranquillitá operare tutti i suoi corpi e di avere con che rinforzarli secondo il bisogno. Cosí si operava ad Austerlitz, a Jena, a Friedland, a Wagram, del pari che alla Moskowa, a Lutzen, a Bautzenz, a Dresda, Lipsia: e queste battaglie possono paragonarsi a quelle del gran Federico non giá nei particolari dell'esecuzione ma bensí nel concepimento e nello scopo; mentre sorprendere, oltrepassare un'ala o sfondare il centro è sempre la tendenza di queste battaglie, e le piú sterili in risultamenti, come quella di Borodino, sono quelle date in ordine parallelo, e Waterloo n'è una novella pruova per chi attaccava.
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