Tutto ciò sí costantemente ripetuto dimostra che l'umanitá ha sempre creduto che le idee avessero una potente influenza sulle azioni, che l'uomo in qualunque situazione non è mai puramente macchina, e che per conseguente l'intelligenza e la volontá diversamente dirette gli fanno seguire differenti serie d'azioni. Da ciò ne deriva come corollario che lo studio dell'arte contribuisce a formare e a render forti i caratteri non assolutamente ma relativamente, come concausa e non come unica cagione. Lo studio dee considerarsi come disciplinatore delle abitudini, come occupazione, come facente conoscere la natura delle cose che sono fenomeni per l'ignorante e gli tolgono ogni coraggio (perché questo cede quando ignora le forze che dee affrontare e la loro natura, del che son pruova i combattimenti notturni), per cui la scienza dá il coraggio o almeno toglie una infinitá di timori che assediano l'ignoranza. In effetto che cosa è il veterano? È l'uomo che ha calcolato quella misura de' pericoli che il coscritto ignora, cioè che ha una cognizione di cui l'altro manca. Sotto questo aspetto il gran Bacone esprimeva laconicamente questo pensiero dicendo: "La scienza è forza". Lo studio mette i membri di questa societá dianzi accennata in contatto con grandi avvenimenti e con gran caratteri, rende agevole il trovar voluttá nella solitudine e bandisce le frivolitá tutte che rendono gli uomini piccoli ed il dramma della vita meschino, con qualche cosa di grave, di solenne e di morale. Difatti un militare che abbia molto guerreggiato o che abbia molto studiato la scienza bellica sará piú grave, piú importante anche in societá di uno che abbia vissuto nelle guarnigioni ignorando l'importanza del suo stato, che la sola applicazi
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Bacone
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