(55) I nomi di Herschell, Oriani, di Piazzi e di Zach appartengono a' progressi dell'astronomia in questa epoca.
(56) La natura delle relazioni di cui parliamo in questa quistione non è ai nostri sguardi la stessa di quella che abbiam dimostrato esistere tra l'arte della guerra e le scienze tutte e della quale ci siamo occupati negli anteriori discorsi. Non pretendiamo punto dimostrare che i progressi delle arti della pace sieno stati per cosí dire paralleli e coordinati a quelli delle arti della guerra. Non è sotto l'aspetto puramente intellettuale che noi consideriamo questi rapporti, ma sotto quello piú particolare de' sentimenti eccitati dalle une ed espressi ed esternati dalle altre. Ben vediamo che un metodo di esprimere de' sentimenti eccitati da un avvenimento qualunque, una volta che sia trovato, può servire ad esprimerne degli altri totalmente diversi. Allora pare che il metodo non abbia alcun rapporto col primo sentimento espresso, e chi volesse parlare di quel primo rapporto caderebbe in una apparente contraddizione. A noi basta ricordare a questo proposito per giustificare il nostro assunto in questa quistione la sentenza di Dante, che credette la poesia non poter toccare il suo apice se non che quando avrebbe parlato di armi, materia di altissimo canto.
(57) Alcuni filosofi tra i quali il Bonstetten hanno separata l'intelligenza dall'immaginazione, considerando questa in generale come la facoltá che crea nella letteratura e nelle belle arti piú particolarmente. Or come pel nostro assunto ci serviamo delle filosofiche dottrine, ma non abbiamo la pretensione di discuterle, ne risulta che ci serviamo dei termini piú generali, tanto piú che crediamo che ogni creazione si operi coll'intelligenza e che nulla si possa fare col mettere in azione una sola facoltá. La classificazione delle facoltá è arbitraria, perché in natura esse sono unite; per lo che quando si dice l'immaginazione sia la facoltá che crea la poesia, ciò vuol dire che preponderi in quella creazione e non giá che operi da per sé sola, mentre è assurdo il supporre un prodotto qualunque dello spirito umano al quale la ragione e la memoria non abbiano parte alcuna.
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