Così per esempio, Publio Cornelio Scipione, adottato da Quinto Cecilio Metello, assunse il nome di Q. Cecilio Metello Scipione.
§ 3. Oltre a questa specie di Agnomi propriamente detti, altri se ne adopravano, che possono meglio chiamarsi Soprannomi, i quali derivavansi da alcuna grande azione o da altro specifico e distintivo carattere di chi li portava. Così il grande vincitore di Cartagine fu detto P. Cornelio Scipione Africano; nella quale appellazione, P. (ossia Publio) era il prenome; Cornelio, il nome; Scipione, il cognome; ed Africano il soprannome desunto dalla vittoria riportata sull'Africa. Quinto Fabio Massimo tre soprannomi aveva: Ovicula dalla singolare mansuetudine de' costumi che lo fece fin da bambino paragonare ad un agnello: Verrucosus, da un porro che aveva sul labbro superiore; e Cunctator, dal cunctare o temporeggiare che usò per istancare l'impeto d'Annibale.
§ 4. Il salutare un uomo col solo prenome era tenuto a segno di onoranza, e ciò forse perchè gli schiavi non avevano cotal primo distintivo personale, ed anche perchè, ciò facendo, si mostrava essere il salutato così glorioso individuo che bastasse il solo prenome a distinguerlo da chiunque altri un eguale ne portasse.
A tutti gli anzidetti nomi aggiungevasi talora anche quello della Tribù.
§ 5. Nello scrivere i prenomi, usavansi varie abbreviazioni, sia adoprando la sola lettera iniziale, come A. per Aulo, C. per Caio; sia ponendo due lettere, come Ap. per Appio, Ti. per Tiberio; sia infine tre lettere come Mam. per Mamerco, Ser. per Servio, Sex. per Sesto.
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