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      § 28. Sotto alla toga, vestitasi la Tunica di lana e bianca anch'essa, ma più stretta e corta, ed in origine senza maniche, (creduta molle usanza ed effeminata) ma poi vi si appiccarono.
      Solevano spesso i Romani, al di sotto di questa tunica, detta perciò esteriore, portarne un'altra, chiamata Subucula o Interula, di lino.
      I Senatori indossavano la Tunica laticlavia; e l'angusticlavia i Cavalieri; così dette, la prima perchè più largo, e più stretto la seconda portava il clavo purpureo, striscia oblunga che dal sommo all'imo la traversava.
      § 29. La veste militare si chiamava Sagum o, grecamente, Clamys; d'onde saga sumere dicevasi del prepararsi alla guerra; e sagarii nomavansi i venditori di tali vesti. Paludamentum la veste del generale si diceva. La Læna, formata di più fitto tessuto o di peli, adopravasi nell'inverno. Simile a questa era la Lacerna, vero mantello a cui si attaccava talvolta il Cucullus, o cappuccio per coprire la testa ed il collo. Sebbene tutte queste vesti, a principio, fossero dei soli soldati, passarono poscia, tranne il Sago, ad uso anche dei cittadini.
      Nei dì di pioggia adopravasi la Pænula, che era un mantello di lana, o di pelle, e dicevasi allora Scortea.
      § 30. Nei prischi tempi anche le donne uscenti in pubblico vestivano la toga; ma in seguito e massime sotto gli imperatori, lasciata questa alle meno oneste, le matrone presero ad usare la Stola, tunica manicata e talare, talvolta ornata di porpora ed oro, sulla quale ponevano una specie di pallio, detto Palla.


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Manuale di antichità romane
di Gerolamo Boccardo
1861 pagine 60

   





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