§ 63. Se il primitivo calendario romano portava, come vedesi, l'impronta dell'ignoranza e della barbarie e se, anche quando fu riformato, non si spogliò mai interamente della confusione e dell'arbitrio che avevano presieduto alla sua formazione, il sistema metrico, invece, il complesso delle misure ci presenta in modo mirabile quei caratteri d'ordine, di regolarità e d'armonia, che rendettero il popolo romano dominatore e legislatore del mondo. Egli è che qui non si richiedevano profonde ed esatte cognizioni scientifiche e bastava aver il senso dei bisogni della vita civile, per comprendere che un buon regime di pesi e di misure è una delle prime e più essenziali condizioni a cui è sottoposta la prosperità di una numerosa associazione.
§ 64. L'unità delle lunghezze era il piede, che dividevasi in 4 palmi, ed il palmo in 4 dita. Il palmo di cui facciamo qui parola è il palmus minor, essendovi un'altra specie di palmo, palmus major, che valeva 12 dita, o tre palmi minori.
I multipli del piede romano erano:
1° Il passo, passus major, di 5 piedi; eravi inoltre il passus minor, o gressus, di 2 piedi ½;
2° La decempeda, di 10 piedi, misura simile alla nostra auna, e che Augusto poneva, in luogo di lancia, nella mano dei soldati ai quali voleva infliggere un umiliante castigo;
3° L'actus, di 120 piedi;
4° Il miglio, o milliarium, di 1000 passi o 5000 piedi.
Può aggiungersi, come misura specialmente usata nelle costruzioni, il cubitus, di 1 piede ½.
§ 65. L'unità agraria era il jugerum, che suddividevasi in 2 actus quadratus.
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Augusto
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