§ 81. 2° Gli Auguri. - Romolo tre ne institú; un altro re (forse Servio Tullio) ne aggiunse un quarto: tutti patrizi. Ma cinque plebei vi furono aggiunti nell'anno 454 di Roma: e da Silla il numero totale fu portato a quindici, presieduti dal Magister Collegii. Erano a vita.
Predire il futuro, interpretare il canto, il volo degli augelli era il precipuo loro incarico. Il popolo li venerava; i dotti li tenevano per ciarlatani, e Cicerone argutamente si maravigliava come due Auguri guardare scambievolmente si potessero senza ridere.
§ 82. 3° Gli Aruspici, coś detti a victimis in ara inspiciendis. - Tre ne elesse Romolo, ma anche il loro Collegio, come i precedenti, s'accrebbe in progresso. Eran tenuti in minore onoranza degli Auguri; avevano per ufficio di preconizzare le cose avvenire dal modo col quale le vittime sull'ara perivano, dal fumo, dalla fiamma, ecc.
§ 83. 4° I Quindicemviri. - A due illustri personaggi i Tarquini avevano affidata la custodia dei Libri Sibillini, che dall'Etruria erano stati portati in Roma, a spiegazione de' portenti. Poscia il numero di questi sacerdoti fu eretto a quindici, d'onde il nome loro.
§ 84. 5° Gli Arvali; i Curioni; i Septemviri Epulonum; i Feciali; i Tiziensi; i Regi sacrorum: erano minori sacerdoti ed inservienti del tempio, dei quali lungo troppo sarebbe di qui partitamente discorrere.
§ 85. Fra i sacerdoti addetti al servizio ed al culto dei singoli Dei, noteremo:
1° I Flamini. - Coś in genere dicevansi i sacerdoti d'una speciale divinità qualunque.
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