Quivi è la prima grande vittoria d’Alessandro.
Giunto sotto le mura di Sardi, ne ottiene, pel tradimento di Mitrene, le chiavi. Entra in Efeso, ove stabilisce la democrazia per amicarsene il popolo; prende d’assalto Mileto, e soggioga tutta l’Jonia e la Eolia.
Avanzandosi verso la Caria, trova in Alicarnasso una inopinata resistenza; ottiene per dedizione Alinda. Per attorniare le provincie persiane con un cerchio di città nemiche, passa nella Licia e nella Pamfilia, impadronendosi di tutte le fortezze. Da Perga, capitale di quest’ultima contrada, risale a tramontana verso la Frigia, e va a Gordio, di lei antica metropoli.
Nella città di Ancira riceve i deputati della Paflagonia, venuti ad apportargli la volontaria soggezione di questa provincia. Lungo la Cappadocia discese quindi nelle pianure della Cilicia, ove occupò Tarso, presso la quale città corse pericolo di vita bagnandosi nel Cidno. In Anchiale seppe che Dario, con la innumerevole sua oste, campeggiava nella Comagene.
§ 60. Attraverso alle strette gole della Cilicia passò l’esercito macedone e giunse a Miriandro; dove, informato che i nemici avevano abbandonato la vantaggiosa loro posizione, Alessandro fece ripassare a’ suoi le Porte Siriache, mentre i Persiani valicavano le Porte Ciliciche in cerca di lui che credevano nascosto tra’ monti. Presso d’Isso, in quelle favorevoli angustie, si dà la battaglia, il cui successo è tutto dovuto al personale ingegno di Alessandro, che seppe trarre a suo vantaggio tutte le condizioni locali e la stessa scarsità de’ suoi combattenti.
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