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      Abeti e pini ad ingombrar l'usciteDelle strade e degli anditi minori,
      Trascinativi fanvi un'abbattutaOstante del nemico alla venuta.
      Le navi genovesi in ogni locoDel lito intercettavano i soccorsi.
      La polvere era scarsa, il piombo poco,
      E il generale raccomanda ai Corsi
      Di risparmiarli, e cominciare il fuocoQuando i nemici baldanzosi accorsi,
      Dovranno approssimandosi alle mura,
      A mezzo tiro aver morte sicura.
      Quindi fra tutti elegge una catervaDi compagni agguerriti ed animosi,
      E la prepara a modo di riserva,
      Per rispinger gli assalti impetuosiDell'oste omai vicina, e vuol che serva
      I siti a rincalzar pericolosi,
      Che per esperïenza della guerra,
      Teme ch'aprano il varco nella terra.
      Anelanti allo scontro disugualeChe i lari aviti struggere minaccia,
      I popolani intorno al generaleChiedon battaglia, radïosi in faccia.
      Donne, vecchi, fanciulli al suol nataleOffron la vita, ed alzano le braccia
      Con supplice ed instante atteggiamento,
      Per esser posti anch'essi a quel cimento.
      Ceccaldi con un placido contegnoLodali, e li richiede di tacere
      Finch'egli stesso dia l'acconcio segnoD'appiccar zuffa con le opposte schiere.
      Tutti fan plauso al cauto suo disegno,
      E accrescon le difese in più maniere:
      Quale accatasta legna, o accozza bragia,
      E qual d'olio provvedesi, o di ragia.
      Altri trasporta sul pendio dei tettiTizzi infiammati, o ruvido rottame
      Di macigni; altri accende i roghi erettiPer bollir olio e liquefar catrame;
      Altri dispone i bugni che reiettiDall'orlo dei terrazzi con lo sciame,
      Disperderan le pecchie arrovellate


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La battaglia di Calenzana
di Pietro-Napoleone Bonaparte
1865 pagine 41

   





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