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      Ora, la mente si distacca con rincrescimento da ciò di cui non ha ancor visto tutto, e si porta con rincrescimento verso ciò di cui non ha ancor visto nulla. È una separazione quella assai dolorosa e un congiungimento questo assai sgradevole; quantunque non siano separazione e congiungimento di cui s'abbia dal comune degli uomini nessuna sensazione. A me par talora di essere un viaggiatore, che attirato dalla bellezza d'un luogo si ferma a guardare, e prova a contemplarla una grande ebbrezzaChe gli entra per l'udire e per lo viso;
      ma ecco che, mentre appena è sul principio di tanto diletto, vien qualcuno che lo tira per le falde e lo forza a partirsi di là, e ad affrettare il passo, e andare dove nessuna attrattiva parla al suo occhio e al suo cuore. Veda: ho riletto ora l'Arnaldo che le mando; l'uomo, sí, mi pare d'averlo colto: ma a riguardarlo mi veniva voglia d'illuminarlo di nuova luce di considerazioni e di fatti, di fermarmi a conversare con lui piú lungamente, cercando con piú acute domande di levargli di bocca il segreto delle sue azioni dove riman chiuso, e meglio manifestare e determinare il suo pensiero dov'è aperto. Ma mi son dovuto contentare di correggervi qualche errore e mutare qualche parola; poiché ragioni diverse mi sospingono per altre vie e m'impediscono troppe volte di fermarmi in quelle in cui sono.
      Questa mi pare, signora Giacinta, una infelicità vera; pure me ne consolo col pensiero che noi siamo oramai in tempi, che studi perfetti e imperfetti sono del pari ricoperti in breve da un'onda di oblio; perché troppe cure e da troppe parti incalzano l'uomo e lo distraggono.


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Arnaldo da Brescia
di Ruggero Bonghi
pagine 61

   





Arnaldo Giacinta