La sottomissione all'autorità del capo dell'Ordine, il principio vitale del monacato, poteva diventare una parte del loro essere. Eppure vi restava luogo per alcuni, in cui la contemplazione movesse necessariamente il pensiero e la meditazione divampasse in riflessione; e la riflessione, per quanto contenuta dall'autorità e rattenuta dalla paura, andasse pur vagando, andasse pur battendo contro le sue barriere. L'essere e gli attributi di Dio, il primo soggetto necessario d'una contemplazione santa, che sono essi? Dove è il confine, la distinzione, tra cose visibili e cose invisibili? tra cose materiali e cose immateriali? reali e non reali? tra il finito e l'infinito? Il vero oggetto che era continuamente presentato per forza alla mente dal piú sublime degli attributi di Dio, la incomprensibilità, tentava il desiderio, di continuo frustrato, ma non mai stanco, di comprendere. La ragione si svegliava; si ricomponeva di nuovo a un sonno disperato nel grembo dell'autorità; si risvegliava di nuovo; i suoi sonni diventavano più torbidi, piú rotti, sino a che il freno dello sgomento perdeva il poter suo. La religione stessa sembrava spingere alla ricerca metafisica: e, quando la ragione di questa s'era aperta allo sguardo, non v'era più modo di riguardare altrove. Non appena la ragione cominciava a misurarsi con questi soggetti inevitabili, era incontrata sul limitare stesso dalla grande quistione, l'esistenza d'un mondo inapprensibile ai nostri sensi, e da quella del mondo dell'apprensione di esso mediante la mente; un gran problema, forse senza risposta, che è destinato a durare quanto l'uman genere; ma non appena lo spirito del monaco contemplativo l'aveva levato e preso a seguire, egli si trovava da umile discepolo dell'Evangelo diventato un filosofo». E per un processo non molto dissimile o non molto piú lungo diventava, di filosofo, innovatore negli ordini della chiesa o della società, sia col pensiero, sia nell'azione.
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Ordine Dio Dio Evangelo
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