IX.
E che gli avversari ne sentissero grande sgomento n'è prova l'accusa, che, come s'è detto, portarono in Roma contro di lui quel Maifredo Vescovo e gli abbati di Brescia nel Concilio Lateranense del 1139. Innocenzo II che lo presiedeva, inflisse ad Arnaldo questa pena: tacere. Ma il Bresciano, non che tacere, parlò cosí bene, che il vescovo ebbe al ritorno difficoltà a rientrare nella città. E siccome bisognò perché quest'entrata avesse luogo, che i partigiani di Arnaldo fossero cacciati via(6),è molto naturale che dovesse fuggire da Brescia, anche lui, se non fu addirittura bandito d'Italia(7). E poiché il Concilio Lateranense s'apri il 4 aprile del 1139 e quello di Sens nella Pentecoste del 1140, Arnaldo, se fu a questo, non ebbe tempo di fermarsi per istrada in nessun posto, se non assai brevemente(8). Egli dovette andare difilato da Abelardo. Se questi lo chiamasse o Arnaldo accorresse da sé in suo aiuto per generosità d'animo, non si può dire. Certo Abelardo non lo nomina mai.
Se Arnaldo sia stato per giunta condannato(9) nel Concilio Lateranense, non si può risolvere, se prima non si sia visto quali errori gli si potessero attribuire, e se a questi in quel concilio è fatto accenno. Giacché, dire che non vi sia stato condannato per ciò solo che non vi si trova il suo nome, è una cattiva ragione; di fatto, non v'è nominato nessuno.
X.
Arnaldo, che da Brescia andò diviato in Francia, - Brixia evomuit, dice san Bernardo con quel suo fraseggiare violento - non partí di Francia subito dopo il Concilio di Sens.
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