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      E la Pasqua s'avvicinava. Chi avrebbe assoluto i peccati? Ma se vollero che qualcuno glieli assolvesse, e li assicurasse del perdono di Dio, dovettero piegare il capo e chiedere il perdono dell'uomo. Era la quarta feria della settimana maggiore, quando «i senatori, sforzati dal clero e dal popolo, vennero alla presenza dell'irato pontefice, secondo l'ordine suo, giurarono sui santi Evangeli di Dio che avrebbero senza indugio espulso l'eretico Arnaldo e i suoi partigiani dalla città e dal contado, né avrebbero avuto facoltà di ritornare se non per licenza e ordine del Papa, e per essergli obbedienti. E cosí, cacciati costoro e levato l'interdetto, tutti si sentirono riempiti d'una grande letizia, lodando in coro e benedicendo il Signore. E il giorno di poi, ch'era quello della Cena del Signore, accorrendo una infinita moltitudine di popolo, secondo il costume, alla grazia e alla gloriosa festività della remissione dei peccati, il benigno Pontefice, coi fratelli suoi vescovi e cardinali e una immensa folla di maggiorenti e di cittadini, uscí con grande sfarzo e decoro dalla città Leonina, ove aveva preso dimora sin dal tempo della sua ordinazione; e passando per mezzo la città, che tutto il popolo ne godeva, giunse lietamente al palazzo Lateranense; e quivi, il giorno stesso e la seguente feria sesta, e il sabato santo e la Pasqua ancora, e la seconda, la terza e la quarta feria, celebrò solennemente i misteri divini, e, secondo l'antica consuetudine della Chiesa, mangiò la Pasqua coi discepoli suoi festevolmente»(21). O Arnaldo, che illusione era la tua?


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Arnaldo da Brescia
di Ruggero Bonghi
pagine 61

   





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