Arnaldo non ha scritto, e tutta la sua azione è consistita nella predicazione; ed è naturale quindi che si rivolgesse singolarmente a soggetti che da Abelardo paiono trascurati affatto. Queste differenze sono notevoli, e non bisogna nasconderle; ma neanche lasciarsene tirare a dimezzare il pensiero d'Arnaldo, e di tutta, la sua persona buttar via la parte piú sostanziale, la principale forse.
XIX.
V'ha un primo punto sul quale non v'ha dubbio. Arnaldo credeva la Chiesa viziata ed inferma, e non c'era censura a' sacerdoti, a' monaci, a' vescovi, al Papa, ch'egli risparmiasse. Qui le testimonianze sono concordi. I vescovi, là sul colle di S. Genoveffa vituperava perché avari e intesi a' guadagni vergognosi, e di vita licenziosa, e che si sforzassero di edificare la Chiesa di Dio nel sangue. E a Roma nelle riunioni predicava che il collegio dei cardinali, macchiato di superbia, d'avarizia, d'ipocrisia e turpitudini d'ogni sorta, non era la Chiesa di Dio, ma casa di traffico e spelonca di ladroni che tengono luogo, nel popolo cristiano, di scribi e di farisei; e lo stesso Papa non è ciò ch'egli professa d'essere, un uomo apostolico e un pastore di anime, ma un uomo sanguinario che conforta dell'autorità sua incendi e omicidi, un tormentatore (tortor) di chiese, un calpestatore dell'innocenza, che non fa altro al mondo, se non pascer la carne, e riempir la sua borsa e vuotare l'altrui. Eccetto pochi, i sacerdoti tutti reputava reprobi e seguaci di Simone; e i monaci sbrigliati e mescolati sempre nelle cose mondane, e tutt'altro che degni del loro nome(27). La Chiesa Romana, piú guasta e corrotta di tutte; non avere altro dio che il denaro; ogni cosa farvisi a prezzo; il prezzo averci preso il posto del diritto; e da essa derivare l'infezione all'intero mondo.Queste erano sentenze dure; ma non solo di Arnaldo; anzi di molti a' suoi tempi, e non finirebbe mai chi volesse raccoglierne le testimonianze.
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