E a lui il popolo romano, a gara, prestava aiuto contro tutti e specialmente contro la persona del Papa».
(21) Il card. d'Aragona nella Vita Adriani Pape, Rer. It. Scriptores. vol, III, Pag. 441.
(22) Poema etc., pag. 15: «Ma si ritiene che il re se ne sia rammaricato tardi».
(23) Cosí il Poema, pag. 15; il cui autore fu forse un testimone oculare. vedi il Monaci nella Prefazione.
(24) Apologia di A. d. B., libri due. In Pavia, 1790, vol. 2, in-8°.
(25) Lo ripete nelle due lettere succitate.
(26) Sacrosanta concilia, vol. X. pag. 1023. (Mansi XXI, 565). «Attraverso il presente scritto comandiamo alla vostra fraternità che Pietro Abelardo e Arnaldo da Brescia, perversi predicatori del dogma e impugnatori della religione cattolica, facciate chiudere separatamente, come a voi sembri meglio, in luoghi religiosi, e i loro libri, dovunque si trovino, facciate consumare dal fuoco». Nella lettera a Guibaldo, n. 57, Eugenio lo chiama eretico. E in un'altra (Bar., Ann. ad ann. 1148), lo dice soltanto scismatico; le due parole forse non eran sempre rigorosamente distinte.
(27) Poema, l. c. Non son ben sicuro sul significato dell'aggettivo enormes, assegnato a' monaci.
(28) «Sia dunque concesso a te, se sei buon servitore, di vivere con i proventi dell'altare, ma non di servirti in modo lussuoso dell'altare, né di insuperbire del medesimo, e quindi di non procurarti ornamenti aurei, celle dipinte, calzari argentati, pelliccie varie da collo e cose da ornamenti purpurei. Infine quanto è necessario oltre il vitto e il semplice vestiario, tu tieni lontano dall'altare come cosa non tua, ma empia e sacrilega». Ep. 2.
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