Ebbe così modo di diffondere quelle precise e variate cognizioni di agricoltura, ch'egli aveva attinte dalla pratica e da' libri, e per le quali aveva egli il primo introdotti o fatti introdurre nuovi metodi, concimi e coltivazioni in Piemonte e nella Sardegna. Nel giornale di quest'Associazione pubblicò uno scritto contro l'instituzione de' poderi-modello, nel quale, non ostante la voga momentanea in cui erano, con la sua solita indipendenza di criterio, ne provava inefficace e dannosa l'introduzione, e consigliava mezzi più pratici e di più sicuro effetto pel miglioramento dell'agricoltura. "Caldissimo partigiano dell'istruzione, egli diceva, mosso da ardentissimo desiderio di vederla a propagarsi sotto tutte le forme ed in tutte le classi della società, dichiaro che se i poderi-modello dovessero contribuirvi, io diverrei uno de' loro più zelanti promotori, qualunque fosse l'opinione mia particolare sul loro merito agrario. Se io li combatto, se io mi vi oppongo, si è perchè li ritengo improprî a questo fine". Parole che attestano il bisogno di difendersi da sospetti i quali potevano cagionare che le sue intenzioni fossero fraintese nel pubblico, e molta destrezza nell'affrontarli e disperderli.
Quantunque il governo si fosse premunito per ogni modo perchè l'Associazione agraria non uscisse dai confini del suo titolo, pure basta che uomini colti siano lasciati riunirsi perchè, a' tempi come i nostri, la libertà politica diventi l'oggetto più o meno apertamente dichiarato de' loro discorsi.
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