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      Fu data commissione al Durando di esporre in una reverente supplica al Re la proposta del Cavour. Raccoltisi da capo i pubblicisti - per dare anche noi agli scrittori di giornali cotesto nome che preferiscono - ad ascoltare la supplica e deliberarla, l'approvavano; quando il Sineo e il Valerio cogli altri della Concordia, sopraggiunti, si opposero fieramente, e furono cagione che ogni cosa sfumasse.
      Alcuni giorni dopo, i direttori del Risorgimento, del Messaggiere, e dell'Opinione, perchè certe voci false sparse nel pubblico non allignassero, si risolsero di stampare ne' loro fogli un ragguaglio de' casi occorsi nell'adunanza. Ma in Piemonte stesso non poterono; il Gazzera, ottima e liberale persona, non osava, in qualità di revisore, permetterlo. I ragguagli furono pubblicati dalla stampa toscana.
      Il Re ebbe certo contezza dell'avvenuto, e se avesse voluto, anche senza che gli assenzienti avessero presentato la supplica, avrebbe potuto seguire il consiglio. Non so se il Cavour facesse capitare nelle mani del Re la supplica firmata da soli quattro, come taluno afferma. Forse non avrebbe giovato: ma forse sì, giacchè il Re, quantunque restio, aveva risoluzioni e motivi difficili a prevedere. Certo che più tardi la Costituzione fu dovuta accordare alle dimande dei municipi, alle grida delle piazze, e all'esempio di Ferdinando di Napoli!
      V.
      Il Cavour continuò sul Risorgimento a chiarire i suoi concittadini della strana gagliardia ed ampiezza della sua mente come della vigorosa tempera del suo spirito.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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