Perciò s'oppose fortemente alla teorica dei mezzi rivoluzionarî, teorica ereditata dalla rivoluzione francese, la quale non persuade le menti se non perchè affascina le fantasie. "Concepire uno scopo, appoggiarsi sopra un'ipotesi, procedere di pensiero in pensiero, formare una concatenazione di elementi prescelti, estrarli dalle realtà che li circondano e li modificano, disprezzar gli ostacoli, irritarsi davanti a loro, abbatterli ed aprirsi un passaggio; ecco tutto il sistema nella sua nudità. È un mondo ideale, architettato nel silenzio del gabinetto sugli istinti buoni e perversi del nostro cuore, e un tratto dell'umana superbia, al quale la natura oppone costantemente o l'impossibilità momentanea, o la punizione del disinganno.
Gli uomini dalle misure energiche, gli uomini davanti ai quali noi non siamo che miserabili moderati, non sono già nuovi nel mondo: ogni epoca di rivolgimento ha avuto i suoi, e la storia c'insegna che non furon mai buoni se non ora ad accozzare un romanzo, ora a rovinare le cause più gravi dell'umanità. Quanto più disprezzano le vie segnate dalla natura, tanto meno riescono. Noi potremmo pubblicare e spargere a milioni di copie le belle parole di Cormenin sull'indipendenza d'Italia, questo completo sistema d'insurrezione lombarda; ma finchè nel mondo reale esistono le contrarie forze di cui l'illustre scrittore non tenne conto nella sfera ideale del suo progetto, egli avrà scritto delle pagine di una sublimità inimitabile, ed il soldato tedesco seguirà a riposarsi tranquillo in Milano.
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Cormenin Italia Milano
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