Sostenne il ministero Balbo con maggior persuasione della bontà delle intenzioni che non dell'abilità di governo de' ministri. Sentiva in quante difficoltà si trovassero; ma non per questo schivò di censurarli della loro condotta dubbiosa e discorde rispetto all'accettazione del voto di fusione della Lombardia con quelle condizioni che dal governo provvisorio vi erano state apposte. Il suo primo discorso, il suo Maiden's speech, come dicono gl'Inglesi, ebbe in parte questa censura ad oggetto(17). Quando poi il Gioia ebbe proposte alcune leggi eccezionali di polizia perchè il governo avesse maggior balìa di frenare i maneggi de' partiti ed impedire i disordini, il Cavour, relatore della commissione eletta a discuterle, opinò che la proposta si rigettasse, sostenendo che le leggi già esistenti bastassero, e non parendogli forse utile che le guarentigie accordate dalla Costituzione dovessero così presto esser violate e dichiarate incompatibili colla difesa sociale; il qual suo parere fu assentito dall'Assemblea. E lungamente, nella tornata del 22 luglio, combattè e ragionò contro i progetti finanziari del Revel, mostrandogli con gran copia d'idee e di ragioni, affatto inadeguati, e sostenendo che molto miglior esito avrebbe avuto, come proponeva il Salmour, un prestito all'estero; nè ritirò una sua contro-proposta nè poi gli emendamenti coi quali passo a passo contese il campo, se non proclamando che il sistema di cui il governo era deliberato a servirsi, era affatto erroneo e pregiudizievole allo Stato(18). Però nella questione stessa, che fu l'occasione prossima per la quale il ministero chiese definitivamente licenza al Re, il Cavour non tenne dalla parte dell'opposizione; la quale, abilmente capitanata dal Rattazzi, ottenne che la Camera, a piccola maggioranza, votasse l'articolo sesto del Progetto di unione, in cui molto improvvidamente si deliberava, che ci sarebbe stata una Consulta lombarda sovrana insino alla chiusura della Constituente.
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