Pagina (32/116)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Un deputato non può seguire, con utile del paese, un indirizzo così indipendente dalle parti, non può stare così disciolto tanto da chi sostiene, quanto da chi oppugna il governo se non quando si senta abile a diventar capo di parte e reggere il governo egli stesso. Questa coscienza il Cavour l'aveva; e al fatto ha provato che egli l'avesse a ragione. Ma quantunque si possa ora giudicare che il suo consiglio fosse il migliore, a que' tempi codesta sua condotta fu dovuta tenere e tenuta piuttosto abile ed ambiziosa, che non retta e sicura. E se n'accrebbe contro di lui l'odio della parte aristocratica, nè acquistò, a compenso, l'affetto e la fiducia della democratica.
      Le cose precipitarono. Appena conosciuta la sconfitta di Custoza, il Cavour corse volontario ad arruolarsi: ma l'armistizio di Milano impedì che partisse. Rimasto in Parlamento, gli parve che s'avesse a sostenere un ministero, come quello che il Re (19 agosto 1848) aveva nominato in quei frangenti, nel quale, col marchese Alfieri a presidente, sedevano il Perrone, il Dabormida, il Revel, il Pinelli, il Buoncompagni, il Merlo e il Santarosa. E gagliardamente lo sostenne colla parola e colla stampa. E fieramente s'oppose a quel turbinio di concetti e di desiderii ardenti e scomposti che trascinarono mezza Italia dietro di sè coll'attrattiva della democrazia. Il Gioberti, piuttosto allucinato che persuaso, nuovo agli uomini e alle cose, e colla segreta ambizione del governo, dette l'autorità del suo nome a sentimenti, come poi si vide, non suoi; e il Cavour - e i giornali avversi credevano che bastasse a contrapporre i due nomi per provare la poco men che risibile audacia sua, - contrastò al Gioberti, e dichiarò, ch'egli facesse cosa indegna dell'ingegno suo soffiando nel foco delle ire partigiane, ed impedendo, con parole men che prudenti e veridiche un cómpito per sè difficilissimo(19). L'opposizione, spinta da' suoi principii e da' suoi desiderii a voler la guerra, dalla necessità delle cose costretta a non volerla, non sapeva davvero cosa si volesse, secondo il Cavour scriveva nel Risorgimento come accade sempre, quando le opposizioni, scontente d'un ministero, non si sentono in grado di surrogarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





Cavour Custoza Cavour Milano Parlamento Alfieri Perrone Dabormida Revel Pinelli Buoncompagni Merlo Santarosa Italia Gioberti Cavour Gioberti Cavour Risorgimento