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      Il suo ragionamento è una prova o una confutazione, a modo di un avvocato, a cui la tesi da respingere e da appoggiare è data altronde: non è esso stesso una scoperta, od una divinazione, a modo d'un filosofo in cui la vastità della scienza, o d'un uomo di Stato in cui la sicurezza dello sguardo apra e segni la via. Poichè il suo ragionamento non s'alza, la sua parola, limpida, non ha slancio; e poichè la sua logica non cerca l'abbrivo ne' principî stessi sociali o politici, profondamente meditati o sentiti, la sua parola fluida non ha colore. Fornito di tutte le qualità che fanno l'avvocato eccellente, è un uomo di Stato mediocre; perchè non vi ha qualità che si conciliino meno di quelle che contraddistinguono l'una o l'altra di queste due sorti di capacità umana. Adatto a vincere la più parte delle cause avanti a' tribunali, lasciato a sè, ha preso o rischiato perdere la causa del suo paese più volte. Abilissimo capo d'una opposizione e oratore abilissimo d'un ministero di cui l'indirizzo principale politico non ispetti a lui, non si è chiarito sin oggi e non è probabile che si chiarisca poi adatto a dirigere la politica del paese egli stesso. Pure, è giusto di riconoscere che il Piemonte dovrà in qualche parte a lui che le instituzioni costituzionali vi siano allignate. Giacchè egli fu dei pochi del suo antico partito a comprendere in quali necessità si ritrovasse il Governo dopo la disfatta di Novara, stante il nuovo vigore ripreso dai retrivi in ogni altra regione d'Europa.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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