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      Cosicchè condusse e formò i liberali più esagerati della Camera a consigli più temperati, e vi riuscì tanto meglio in quanto egli stesso s'era trovato del numero. E con questo fu cagione che potessero con lui ritornare in parte al governo. Ora, le instituzioni costituzionali non diventano salde se non quando tutti i varî partiti che le accettano, si persuadono che quelle sono abbastanza capaci e duttili per permettere a ciascuno di essi di sperare che deva pur venire per ciascun d'essi la volta del potere.
      Uomo di qualità, di mente e di animo affatto diverso è Camillo Cavour. Quello che fa la sostanza dell'eloquenza dell'avvocato, il Cavour lo trascura; giacchè il suo discorso non si dibatte tra le angustie della tesi che vuol sostenere od abbattere, ma s'eleva al di sopra; afferra il concetto della proposta sua od altrui, lo guarda da ogni parte, ne accusa gli effetti, ne cerca l'origine, ne scovre le relazioni. E questa sua maniera di considerare e sviluppare il soggetto suo è tutta pratica; o, voglio dire, è tutta attinta ad una chiara e sentita cognizione della vita politica delle nazioni, e delle varie forze che l'agitano, e che ne allentano od accelerano il corso. Se potessi servirmi di termini che appariranno troppo scientifici e persin pedanteschi alla più parte de' miei lettori, io direi, che il Cavour prova la differenza tra l'ingegno speculativo e pratico, e l'ingegno astratto e curiale. Il primo consiste nella facoltà d'una sintesi vasta, sicura di se medesima perchè consapevole di tutte le analisi parziali sulle quali si regge; cosicché è pratico insieme, non apparendo la capacità speculativa e la pratica diverse, se non a quelli che non sanno in che l'una e l'altra consista, o che confondono con le qualità della mente alcune qualità dell'animo, come sono l'energia del volere e la prontezza del risolvere, senza le quali l'attitudine pratica della mente non basta a rendere l'uomo adatto al governo.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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