Le parole gli s'intoppano in bocca: e quantunque nasconda con una tosse invocata a proposito la difficoltà del trovarle, cotesto suo stento stancherebbe gli uditori, se lo spirito non fosse rilevato dalla speranza, continuamente soddisfatta, d'una idea lucida, che gli brillerà davanti, alla fine d'un periodo, interrotto sempre, e non rotto mai. Giacchè se l'intoppo della sua lingua non riesce a fargli smarrire il filo della frase, vi riescono molto meno le interruzioni dei suoi contraddittori, le quali egli piuttosto provoca che non teme, sicuro della risposta. E la risposta è pronta sempre e franca, ma a volte è derisoria, a volte superba. Egli crede cosa impossibile la risoluzione delle varie imposte nella imposta unica sulla rendita; e rimproverava quelli che la sostenevano, di sostener quello che essi stessi non avrebbero potuto metter in pratica. Si compromise un deputato di presentare nell'anno prossimo una proposta di legge, dalla quale sarebbe apparsa la possibilità dell'attuazione. Non lo fece: e il Cavour gli ricordava di non averlo fatto. Il deputato si scusava di non aver potuto per essere stato assente. "Ebbene, riprendeva Cavour sorridendo, lo farà poi l'anno prossimo". - Un'altra, volta allegava gli scritti politici del Farini, accennando come fossero stati encomiati dalla stampa inglese; e tradotti in inglese da un illustre uomo di Stato: alcune risa l'interruppero: ed egli riprese: "Queste risa non possono muovere che da persone il cui nome non arriva sin là". A una questione delicatissima, un altro voleva che egli rispondesse per un sì o per un no.
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