Ed io non voglio - diceva lui - contentarmi di dire un sì o un no; nessuna persona al mondo mi può forzare a ridurre la mia risposta a un monosillabo
. E per citare un ultimo fatto, quando un deputato, che il pubblico, forse a torto, riputava d'animo poco saldo al pericolo, si alzò ad accusarlo di non aver egli in un certo caso fatta prova di coraggio, il Cavour, non senza suscitare una grandissima tempesta, rispose: che aveva ben previsto a quanti disinganni, dolori e calunnie si sarebbe esposto entrando nella vita politica; e vi avea preparato l'animo: ma non aveva previsto che gli si sarebbe mai potuto far rimprovero di viltà da chi allora glielo faceva.
La stessa prontezza di mente che l'abilità ad abbracciare tutte le relazioni del suo concetto, gli fa intendere alla prima dove l'avversario vada a conchiudere, e come, e su quali ragioni si fondi, e con quali s'abbia a rispondergli. Perciò, se l'oratore che parla non gode la sua stima o si sciupa in parole, tutta la persona del Cavour diventa impaziente, e i suoi occhi mobilissimi, vivaci a un tempo e stanchi, corrono da una parte all'altra dell'assemblea, ovvero affissa il banco, e colla stecca tormenta e lacera le carte che vi si trovano. Ma a un avversario nuovo o di vaglia fissa gli occhi sul viso; nè li rimuove se non quando o può dire a se medesimo: - questi è vinto e lo riporrò a dormire cogli altri; - o la forza dell'argomento lo costringe per poco a raccogliersi. Un oratore incerto, o inabilmente amico, e che risichi, con una proposta inopportuna, di sviare la maggioranza, è però quello che gli dà maggior noia: nè ha più membro che tenga fermo, nè trova una giacitura in cui possa posare, sinchè il discorso continua, e non gli è data facoltà di chiarire il sunto e ravviare gli animi.
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Cavour Cavour
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