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      Un sorriso continuo gli sta sulle labbra, le più volte, ma non sempre un sorriso di ironia. Dico non sempre, perchè gli affari, davvero, non lo gravano, e di sotto al loro peso egli si move leggermente; perciò, senza difficili e insolite complicazioni, egli non è preoccupato che di rado; nè la sua fronte resta accigliata od il suo sguardo pensoso, se non sin quando ha trovato il modo di sciogliere il gruppo e preso un partito, nel quale - e lo prende subito - resta fermo ed irremovibile. Oltre di che, è d'animo benevolo, e senza rancori. Pronto alla collera, non se ne fa mai trasportare in modo che non sia più in grado di dominarla; e dalla maggiore concitazione passa alla maggior calma subito. Certo del fine suo, e consapevole di potervi e sapervi arrivare, non ha avversarî che quelli i quali per il momento l'impediscano, prontissimo, a servirsi oggi di quelli che l'hanno combattuto ieri, se oggi è il giorno in cui gli possano tornare utili. Così, d'altra parte, non ha amici, a' quali si creda, come uomo pubblico, in debito di restar legato quando non sieno più acconci a' suoi fini politici; anzi, a volte, temendo quasi che la sua indole risoluta potrebbe trascinarlo a sostenerli anche a sproposito, va nell'estremo opposto e li abbandona frettolosamente. A compagni nel potere, come accade agli uomini vittoriosi da un pezzo ed assuefatti ad aver ragione, preferisce chi non lo possa adombrare col nome, o resistergli con la forza del volere e con la capacità della mente; del pari che ad instrumento, nell'eseguire, presceglie volentieri uomini nuovi e fatti dominati da lui.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116