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      Ma queste alleanze commerciali non sarebbero alla lunga bastate a torre il Piemonte dalla solitudine in cui esso si trovava nell'Europa, non sostenuto che dalle lontane e non efficaci e, per le mutazioni ministeriali, non sicure simpatie d'Inghilterra. Due nemici aveva già certi e dichiarati, due nemici i quali non aspettavano se non una propizia occasione di compiere la sua rovina, Roma ed Austria. Le necessità stesse della libertà, gli effetti stessi i più semplici, i più naturali, i più inevitabili del concetto moderno dello Stato, mettono in una guerra aperta e continua con Roma qualunque Stato oggi nel mondo riformi se medesimo, e accetti rispetto al giure pubblico civile ed ecclesiastico le conseguenze della scienza e della storia ne' tre ultimi secoli. Il Cavour sostenne da deputato la riforma del foro ecclesiastico, proposta dal Siccardi, e da ministro, assentendo e difendendo la presentazione della legge sulla soppressione di parecchie comunità religiose, e di quella sul matrimonio, continuò ad asserire l'indipendenza del potere civile, e la necessità di costituire lo stato laico. Pure, anche in questa parte mostrò quella sua propria indipendenza e fermezza di giudizio; giacchè si rifiutò sempre di proporre l'incameramento de' beni ecclesiastici, parendogli che fosse un provvedimento da cui dovessero tornare effetti contrarî a quelli che se ne auguravano coloro i quali se lo proponevano; giacchè non si potesse argomentare che ne avesse, per prova di logica e di fatti, a resultare altro che una maggior dipendenza del clero da Roma, ed una maggiore scissione di esso dalla società civile, con cui non avrebbe più avuto a comune nessun interesse.


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Camillo Benso di Cavour
di Ruggero Bonghi
1924 pagine 116

   





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