A lui pare invece che il meglio sia nemico del bene, e non crede, come molti credono, che un passo fatto in avanti accresca, anzichè diminuire, il cammino.
Gl'Italiani ebbero tutti grado al Cavour della difesa presa di loro davanti a chi soleva prima sorridere a' loro dolori e persino ghignare. Da quel punto il nome suo divenne grande nella penisola; e parecchie medaglie gli furono offerte per sottoscrizione pubblica da parecchie parti d'Italia, ed un busto dai Toscani colla leggenda:
Colui che la difese a viso aperto.
Egli, di ritorno da Parigi, spiegò i risultati ottenuti dalla sua politica sino allora; e parecchi de' suoi oppositori, i più fieri, si strinsero d'intorno a lui, e cedettero, persuasi cogli effetti della bontà della causa. Nè mancò di far sentire quanto più radicale ed aperta ed inevitabile fosse diventata la scissura tra Austria e Piemonte.
Questa scissura s'andò nei tre seguenti anni aumentando sempre di più. Quando e come cominciassero i concerti del Cavour con Napoleone è cosa troppo incerta per farne oggetto di racconto. Chi prima invitasse l'altro a disegni più vasti, è dubbioso; è certo però che l'assicurazione dell'appoggio dell'Imperatore aumentò continuamente la baldanza del governo piemontese e la sospettosa ira dell'austriaco. Da quel tempo in poi i fatti sono troppo vicini ed evidenti per aver bisogno di racconto, e le cagioni particolari troppo poco chiarite per esser capaci di storia. L'alleanza fra il Piemonte e la Francia fu stretta e poi confermata mediante il matrimonio della principessa Clotilde col principe Napoleone; l'Austria prestò il fianco alle offese provocando; e il Piemonte non cessò di dar materia e soggetto alle provocazioni dell'imprudente avversario.
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