Sarebbe a temersi che simile cosa accadesse a noi se, fidando unicamente nel nostro diritto e nei nostri mezzi, non volessimo assolutamente avere in alcuna considerazione i consigli dell'Europa.
Ma, o signori, si domanda: come allora sciogliere la questione della Venezia? In un modo semplicissimo: facendo cambiare l'opinione dell'Europa.
E si chiederà: ma come? L'opinione dell'Europa cambierà, perchè, l'opposizione che ora si incontra non esiste solo nei Governi, ma anche, bisogna pur dirlo, in una gran parte delle popolazioni eziandio liberali d'Europa. Tale opposizione all'impresa della liberazione della Venezia proviene da due cose: la prima è il dubbio in cui versa l'Europa sulla nostra abilità a costituirci in nazione forte ed indipendente; è il non avere essa una giusta idea dei mezzi di cui noi possiamo disporre; è la convinzione che noi saremmo impotenti a compiere da soli sì grande e generosa impresa. Questa opinione sta in noi di rettificarla; ordiniamoci, dimostriamo che non esiste tra noi alcun germe fatale di discordia e di disunione; costituiamo uno Stato forte che possa non solo disporre di un esercito formidabile e di una squadra ragguardevole, ma che riposi sul consenso unanime delle popolazioni; ed allora l'opinione dell'Europa si modificherà e l'illumineranno e modificheranno del pari quei liberali dell'Europa che sono restii o perplessi circa l'emancipazione di quella infelice e nobile parte d'Italia.
Rimane poi ancora, è vero, nella mente di taluno, l'idea che è possibile di riconciliare i popoli di questa provincia al dominio austriaco: questa idea si va però dileguando; la Venezia non può essere riconciliata coll'impero austriaco; non vi è concessione, non vi è favore, non vi è tentativo d'accordi che possa ricondurre i Veneti a rinunciare alle aspirazioni che li spingono verso la gran famiglia italiana.
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