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      Se la regina emette uova e non si trovò mai col maschio, queste uova non sono sterili come nella gallina e in quasi tutti gli animali ovipari, ma nascerà un fuco; se ebbe commercio col maschio può eziandio deporre uova non fecondate in grazia di un apposito serbatoio in cui essa porta l'umore fecondante che viene versato o no sulle uova allorchè stanno per uscire.
      L'uovo adunque delle api è originariamente di sesso maschile, la fecondazione gli dà un impulso a svolgersi in senso femminile. Il parto verginale nelle api e in qualche altro insetto è posto oggidì fuor di dubbio con molte osservazioni ed esperienze. L'uovo dal quale deve nascere una regina è affatto simile alle altre uova, esso viene deposto in una cella reale ed è fecondato. Questa calla ha dapprima la forma di uno scodellino simile a quello che vediamo nel frutto o ghianda del rovere; il diametro dello scodellino è identico a quello di una cella da operaia; le operaie allungano la cella man mano che il bruco cresce in modo da avere la forma complessiva della ghianda detta di sopra o di olivetta. Ma non basta che la regina deponga un uovo fecondato in una cella reale per dare origine ad una regina è anche necessaria una particolare ed abbondante nutrizione fornita dalle operaie alla larva col succo alimentare che esse preparano.
      Il succo alimentare delle api è un prodotto della digestione, e si compone di 2 parti di miele, 3 di polline, e 4 per lo meno d'acqua. Le api lo rigurgitano dallo stomaco chilifero per nutrire tutte le covate e talora la regina.


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I costumi delle api
di Paolo Bonizzi
Treves Milano
1871 pagine 23