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      Vi è però differenza fra il succo alimentare che somministrano alla larva reale e quello che danno alle larve dei fuchi e delle operaie. Il barone Berlepsch dice: «Il sugo delle api operaie e fuchi sembra latte commisto ad acqua, e all'incontro quello dell'ape madre è un sugo, come il grasso d'oca, che unge». Tanto è vero, come già dissi sopra, che si richiede una particolare nutrizione alla larva chiusa nella cella reale per trasformarsi in regina. Se la regina depone più d'un uovo in una cella, le operaie li assorbono tutti meno uno. Se depone uova da fuchi in celle da operaie e viceversa, alcune volte sono convenientemente scambiate dalle operaie.
      Le covate, ossia le uova, le larve e le ninfe, sono trattate colla massima diligenza e cura per parte delle operaie. Appena le uova sono deposte, si mettono sopra in gran quantità per produrre il calor necessario all'incubazione. La regina non si occupa della sua prole. Quando la larva è nata il nutrimento è identico per le tre sorta d'api fino al quinto giorno; dopo questo termine le larve d'operaie sono nutrite con una mescolanza di miele e polline, e sono chiuse con un coperchio di cera quasi piano fatto colla cera degli orli della cella. La stessa cosa succede dopo il settimo giorno per le larve del maschio, ma il coperchietto è convesso. La larva reale continua invece a ricevere il succo nutritore, il che spiega il fatto come le api possono cambiare in regina una larva di operaia quando rimangono orfane, cioè a dire senza l'ape regina.


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I costumi delle api
di Paolo Bonizzi
Treves Milano
1871 pagine 23

   





Berlepsch