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      Nell'alveare, intanto sono state preparate diverse celle reali che possono essere 6 o 10, e persino 20; queste celle sono state costruite a diversi giorni d'intervallo perchè le future regine non si sviluppino tutte in un giorno. Giunto quasi il momento che la prima sta per uscire, fa intendere un particolar suono che produce spingendo l'aria con gran forza fuori dalle trachee. Tale suono può esprimersi colle sillabe qua a a qua qua qua. La regina padrona dell'arnia rimane attonita per alcun poco, ma risponde poi con un grido che si può rappresentare colle sillabe tuii i i i ti ti ti. Questi suoni s'intendono nelle calde ore del giorno, e specialmente di sera anche a qualche metro di distanza dall'arnia. La regina libera non può più rimanersi tranquilla, ed è subito spinta a precipitarsi sulla cella per uccidere la rivale; il che non può fare perchè vi trova le guardie che la difendono. L'agitazione accresce in tutto l'alveare, le operaie si provvedono di miele e di polline da prender seco, ed escono precipitose fuori dell'arnia finchè la regina se ne fugge con loro. E così parte lo sciame. Quando nelle operaie è spento l'istinto di sciamare, allora lasciano che la regina uccida la sua rivale, il che fa portandosi al di sopra della cella reale ove corrisponde l'addome, che, come dissi sopra, non è rivestito del bozzolo, e aprendo colle mandibole un piccol foro vi introduce l'aculeo uccisore. Così fa delle altre nasciture regine, finchè giunta all'ultima lacera la cella intiera e mette in pezzi la testa della rivale.


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I costumi delle api
di Paolo Bonizzi
Treves Milano
1871 pagine 23