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      E come se non bastassero tuttavia i delitti molti e diversi di cui gli avversarj soventi volte perfidiando lo caricarono, il romanziere ne trova e gliene appone di nuovi; e si ferma con viva e soverchia compiacenza a colorirli; e della pittura dei rimorsi e delle agitazioni e delle rovine cagionate da essi pare che si inebrii come di un quadro del quale non sappia immaginare altro più bello. La parte buona dell'uomo e del principe, quel tanto di lodevole e glorioso che vi è nella sua vita, il poco di felicità che egli ha meritata e che gode nella sua famiglia tra le braccia della moglie Elena e le carezze della figlia Yole, accanto alla culla del piccolo erede del trono, Manfredino, quasi dilenguansi dietro la tela ov'è dipinta la parte brutta e cattiva; sebbene vi abbiano creazioni stupendamente dilicate e patetiche, come, ad esempio, quella di Yole che altri già disse somigliare un angelo trabalzato dal cielo in mezzo a uno inferno; e scene morali, sublimi, sentite e ritratte con la potenza di Shakespeare. Il figlio di Federico II, del quale forse Guerrazzi con liberale proposito intendeva fare, come per avventura fu, un generoso e grande Italiano, finisce col procacciarsi maggior pietà che ammirazione. Alquanta di questa gli vien conservata perchè, non manco di lui, sono rappresentati con foschi colori i suoi nemici. A costoro, il lettore, tratto dalla virile efficacia della dipintura, non può a meno di maledire. Ma il racconto opprime il cuore, non lo solleva.
      Invero, anco gli amori, che per lo più nei romanzi sogliono essere messi a temperare con la soavità loro, la soverchia asprezza di altri affetti, qui compariscono vituperati di colpe e maculati di sangue.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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