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      Direi quasi che Guerrazzi d'una mano, con l'Assedio di Firenze, vi crea una forza agitatrice del pensiero italiano; dell'altra, con il libro dei Nuovi Tartufi, studiasi distruggere ogni forza che possa contrastare o impedire la sua. E certo, per usare sue espressioni, le ipocrisie finte, le superbie manifeste, le ignoranze invereconde, le mediocrità maligne sono sferzate a sangue coi flagelli di Nemesi. E adatta la forma al concetto: nell'Assedio tutta la passione e il fuoco della provocata battaglia, nei Tartufi, il sarcasmo ed il freddo della calcolata rovina; ma tu non sai se più ti scuota la scintilla di prima od il brivido d'adesso: là ti arde, qui ti agghiaccia.
      Non si nega che esagerazione vi sia; perciocchè in niuna cosa mai tanto trascorre la passione come nelle politiche; e cotesto modo di guerra può parere, forse è, di soverchio sanguinoso; è prosunzione il cercare od anche fabbricarsi pochi tipi di suprema scelleratezza, e bandire poi che tutti gli uomini vi somigliano come immagini riflesse in specchi. Ancora non fie reputata opportuna e nemmeno giusta la diffidenza sparsa sulle opere e le istituzioni più benefiche, colpo di scure alle radici della italiana carità; ma parmi voglia e possa facilmente essere, scusata quando derivi da supremo amore per la libertà e per la patria, e da profondo convincimento della utilità dei mezzi, che si propongono a conseguire il fine. Insomma, se altri può forse accusare di soverchia acrimonia quest'opera del Guerrazzi, le intenzioni doveano e deggiono esserne risparmiate.


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Biografia e rivista critica delle opere di F.D. Guerrazzi
di Ferdinando Bosio
1869 pagine 96

   





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