E questo scritto dettò reputando massimamente importare ai popoli di conoscere a fondo l'indole e la vita di chiunque si proponga fra i capi nei quali essi devono mettere piena fiducia. Corollario del primo, e quasi programma di ciò che l'uomo politico avrebbe a buona occasione operato, fu un secondo libro intitolato Al principe e al popolo; nel quale dimostra in quali acque navigassero governati e governanti, e le cose che potessero e dovessero opportunamente tentarsi, facendo giusta ragione dei bisogni d'Italia e massime di Toscana, e delle forze allora possedute per provvedervi.
I tempi erano manco maturi ch'egli non sperasse: invero n'ebbe in premio ancora una volta la prigione nei sotterranei del forte Falcone a Portoferraio; le porte della quale nondimanco gli furono, non guari dopo, onoratamente riaperte come tosto, tratto allo esempio di altri principi italiani, Leopoldo II bandì la fin allora negata Costituzione. Non è cómpito mio narrar qui del Guerrazzi quella carriera politica che, cominciata con la sua elezione a deputato al Consiglio Toscano, andò innanzi con la sua nomina a ministro dello interno e, dopo fuggito a Gaeta il granduca, con la sua dittatura e finì con la sua caduta e nuova prigionia, nei tempi della sorvenuta reazione, e col processo per alto tradimento, che si concluse con una condanna ad ergastolo, mutato poi in esilio perpetuo dalla Toscana. Solamente mi occorre notare che furono allora ammirate per calor di passione e singolare novità e ardimento di stile, massime in siffatto genere di scritture, le sue lettere circolari con che invitava, pregava, stringeva duci a provvedere, soldati a ordinarsi, gioventù di ogni modo ad accorrere volontaria per la guerra.
| |
Italia Toscana Falcone Portoferraio Leopoldo II Costituzione Guerrazzi Consiglio Toscano Gaeta Toscana
|